Review: Il minotauro

Il minotauro Il minotauro by Friedrich Dürrenmatt
My rating: 4 of 5 stars

Sono rimasta impressionata da questo libro, un racconto potente e sorprendente. Inizialmente, non ero sicura che avrei apprezzato il libro a causa del titolo, poiché la mitologia non mi ha mai appassionato. A scuola, mi hanno fatto detestare questa materia e non sono mai riuscita a superare tale avversione, nonostante abbia cercato di colmare alcune lacune nel corso degli anni. Certo, tutti conoscono il Minotauro, ma non è necessario saperlo per affrontare questa lettura. L'autore cambia il concetto tradizionalmente insegnato del Minotauro, lo stravolge e lo modifica in modo artistico ed eccezionale.

Ci è stato sempre insegnato che il Minotauro è un mostro malefico, giustamente confinato nel labirinto, secondo i miti. Tuttavia, per l'autore, il Minotauro è innocente, si trova nel labirinto senza capire perché vi sia stato rinchiuso, ignaro di ciò che c'è fuori, e tormentato dalla sua situazione. Il labirinto, diverso da quello di sempre, ha pareti che sono specchi che lo riflettono costantemente. Il Minotauro si trova di fronte a molte immagini di sé stesso ma non riesce a capire che è lui stesso, pensando che siano altri che lo imitano, e quindi si sente anche potente.

Quando una fanciulla entra, lui la prende e colpisce senza volerle fare del male, desiderandola e desiderando stare con lei, ma con la sua forza la uccide. Prima che possa capire cosa è successo, arrivano gli avvoltoi che la divorano. Ho trovato molto affascinante la figura degli avvoltoi, con il loro vortice improvviso e rapace di piume. Poi arrivano altri visitatori, un ragazzo con una spada insieme ad altri ragazzi e ragazze. Il Minotauro è felice di vederli, ma viene trafitto dal ragazzo con la spada.

Il Minotauro viene colpito quando voleva solo giocare con il nuovo arrivato, senza alcuna cattiva intenzione. Ma il ragazzo da per scontato che sia cattivo e lo colpisce, scatenando la sua furia e la sorte di tutti gli altri. In quel momento, il Minotauro, deluso, si scaglia contro di loro in un impeto di rabbia per il tradimento. Poi si rende conto che tutte le altre immagini non sono altro che lui stesso, e si sente solo.

Infine, arriva Arianna con il suo filo e Teseo con il suo inganno. Teseo si maschera da Minotauro, ma l'unica differenza è che ha un pugnale al fianco. Il Minotauro è felice, perché capisce che non è solo un riflesso, ma un'altro come lui, e si sente liberato dalla solitudine, nonostante sia ancora nel labirinto. Vuole di nuovo danzare con lo sconosciuto, che però è simile a lui. Il Minotauro, contento di aver trovato un amico, si avvicina a lui per danzare insieme, ma Teseo lo pugnala con maestria, uccidendolo.

Il Minotauro giace a terra, incapace di comprendere quel tradimento e tutto l’odio che tutti hanno sempre provato per lui.

Questo Minotauro è ben diverso da quello che abbiamo conosciuto negli anni; non è un mostro malefico che divora tutti senza motivo, bensì un essere nato diverso, che viene respinto a causa della sua diversità e maltrattato per essa, nonostante la sua naturale predisposizione a comportarsi amichevolmente. È vero, uccide la prima fanciulla, ma non è consapevole della sua forza. Si lascia guidare dalle sue emozioni, sempre genuine, che gli altri percepiscono come sbagliate o addirittura inesistenti. Nessuno immagina che si senta solo, che desideri un amico, che sia felice di vedere gli altri non per divorarli, ma per godere della loro compagnia.

Questo libro, pubblicato nel 1985, è ancora attuale, soprattutto ora che si discute molto sull'inclusività e sull'accettazione del prossimo. Molti discorsi vengono fatti in maniera superficiale, e questo libro mette in luce un vero problema sociale: l'incapacità di accettare la diversità e la necessità di nasconderla. Si sostiene che le cose stiano migliorando, ma in realtà è la normalità che prevale, e tutto ciò che è diverso viene nascosto per paura di non essere accettato. Proprio come Teseo ha ingannato il Minotauro fingendosi simile a lui, il mondo finge di comprendere chi è diverso, perché è la normalità che è difficile da superare.


Concludo con due citazioni 

Si rannicchiò. Si sentì minacciato, e per non aver paura oppose l'orgoglio alla paura, l'orgoglio d'essere minotauro, e chi minotauro non era, era suo nemico. Solo i minotauri avevano il diritto di essere nel labirinto, in un mondo al di fuori del quale non esisteva altro mondo per lui, poiché solo una sensazione vaga del calore animale delle stalle in cui era cresciuto fluttuava ancora nella sua memoria. Fu sopraffatto dall'odio che l'animale nutre per l’uomo, da cui l'animale è domato, maltrattato, cacciato, macellato, divorato, l'odio primigenio che ciascun animale prova. Gli occhi gli si riempirono di rabbia.
Pagina 33

Avvertì che non esistevano tanti minotauri, ma un minotauto solo, che esisteva un solo essere quale egli era, non un altro prima né un altro dopo di lui, che egli era l'unico, l'escluso e rinchiuso insieme, che il labirinto c'era per causa sua, e questo solo perché era stato messo al mondo, perché l'esistenza d'uno come lui non era consentita dal confine posto fra animale e uomo e fra uomo e dei, affinché il mondo conservi il suo ordine e non divenga labirinto per ricadere nel caos da cui era scaturito;
Pagina 47 

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