I grandi classici Disney 98: ritorno al passato


Ho alcuni numeri della prima serie, dal 60 al 96. Questa serie si è conclusa con il numero 350, dopodiché è iniziata di nuovo. Ho ripreso la nuova serie dal numero 98, ricordando quella raccolta che leggevo da piccola. È stato un piacere ritrovarla fedele a se stessa.

Non ricordavo, però, che le storie provenivano da un passato così lontano, queste vanno dal 1964 al 1976. Inizialmente può sembrare strano, ma presto si capisce che si ha tra le mani un reperto storico di valore letterario che sarebbe un peccato sprecare. Ho notato un criterio nella scelta delle storie: sei su dieci parlano delle relazioni tra fidanzati, come Topolino con Minni, Paperino con Paperina, zio Paperone e Brigitta. Inoltre, più di una storia si occupa del regalo che i fidanzati devono fare alle loro ragazze.

È stato molto interessante scoprire che in passato alcune storie venivano pubblicate alternando pagine in bianco e nero a pagine a colori. Inizialmente pensavo fosse un errore di stampa, ma era fatto appositamente, probabilmente per risparmiare sui colori e rendere il fumetto più accessibile. Questa politica non sarebbe più applicabile oggi, dato che si tende a migliorare la qualità per aumentare il prezzo, richiedendo così più soldi alle persone. Certo, le cose erano diverse, ma in alcuni aspetti migliori.

Le storie che risalgono a tempi lontani contengono elementi che possono risultare difficili da accettare nel mondo moderno. Questo è principalmente a causa del nostro tentativo di apparire oggi più giusti di quanto realmente siamo. Nelle storie, si evidenzia come alcune cose fossero accettate nella stampa, mentre ora non lo sono più. Ci sono riferimenti al maschilismo, con personaggi maschili che si ritengono superiori e giudicano le donne, spesso raggruppandole in un unico stereotipo.

È importante che queste storie siano state condivise, in quanto riflettono la realtà di quel tempo, e non possiamo far finta che le cose fossero come sono adesso. Anche oggi, se ci pensiamo, le differenze non sono molte e spesso ci presentiamo migliori di quanto realmente siamo.

La Disney ha emesso un avviso sui contenuti, citando: “Questo titolo include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi e comportamenti erano sbagliati allora e lo sono oggi. La rimozione di questo contenuto negherebbe l’esistenza di questi pregiudizi e il loro impatto dannoso sulla società. Scegliamo invece di trarne insegnamento per stimolare il dialogo e creare insieme un futuro più inclusivo.” Questo avviso, sebbene sia in piccolo, è un tentativo di affrontare e riconoscere i problemi.

Sono pienamente d’accordo, anche se penso che scegliere di scrivere una dichiarazione così piccola sia solo un modo per proteggere se stessi. Non importa, è una grande azienda che deve prima di tutto pensare a sé stessa. Ci sono altre peculiarità molto diverse rispetto a quelle che troviamo nelle storie di oggi, come l’uso di armi e il maltrattamento degli animali, questo mi risulta fastidioso, ma, ho deciso di continuare a leggere.

Tuttavia, l’uso della parola “inclusivo” mi mette sempre un po’ d’ansia perché l’inclusività è trendy ora, e forzare l’inclusività nelle storie sembra ridicolo. Ho pensato a questo ritorno al passato, anche se non concordo con la frase “Questi stereotipi e comportamenti erano sbagliati allora e lo sono oggi”. Non dovremmo dire che erano sbagliati in passato, perché se erano considerati giusti allora, non possiamo dire “avete sbagliato”. Dobbiamo riferirci solo al presente e non giudicare le cose del passato con la mentalità del presente. Se erano state pubblicate in quel modo, significa che si credeva fossero giuste, tutti le leggevano e nessuno si lamentava. Questo è solo un dettaglio minore, e continuo a gradire enormemente il ritorno al passato, che non dovrebbe essere dimenticato ma accettato per quello che è, anche nei fumetti.


Nessun commento:

Posta un commento