Review: Hypnosis

Hypnosis Hypnosis by Karen Coles
My rating: 2 of 5 stars

hermio

Scontato ma coinvolgente 

La trama è avvincente ma manca di passione e sentimento. La scrittrice non ha inserito elementi personali e ha tentato di impersonare un personaggio troppo distante da lei, creando una discontinuità. La trama è impeccabile ma asettica. Nonostante sia coinvolgente, i personaggi sono solo stereotipi e pedine utilizzate per far avanzare la storia. Sarebbe stato più interessante avere personaggi forti, anche in una storia meno potente.

L'autrice, affascinata dall'Angelton Asylum, ha condotto ricerche dettagliate, visitandolo anche personalmente. Tuttavia, ha dedicato troppo tempo alle ricerche. Sebbene sia essenziale creare un contesto dettagliato e credibile, è altrettanto importante rendere affascinanti i protagonisti della storia e non permettere che le ambientazioni oscurino la trama principale.

Se avesse voluto concentrarsi così tanto sul manicomio, avrebbe potuto scrivere una guida turistica, che avrebbe forse avuto un fascino maggiore. Capisco il suo interesse per i manicomi, sono luoghi misteriosi e pieni di orrore, ma raramente le storie che raccontano in essi ambientate sono altrettanto potenti.

Ad esempio, "Ragazze interrotte" ha lo stesso problema nel libro, ma è stato superato dal film, grazie all'interpretazione delle attrici, Winona Ryder e Angelina Jolie. Un altro esempio da tenere a mente è "Qualcuno volò sul nido del cuculo"; ho trovato il libro interessante, ma non quanto il film, in cui l'attore Jack Nicholson ha reso celebre il lungometraggio.

Quindi, un manicomio può essere un palcoscenico accattivante, ma è essenziale inserire una storia potente per farlo risplendere. Quando si va a teatro, gli attori sono più importanti delle scenografie.

La scrittrice ha costruito una storia interessante ambientata in un manicomio, ma poco credibile. È difficile accettare che la protagonista abbia vissuto tali vicende. Non critico solo il fatto che alla fine si prende una rivincita, comprensibile se si vuole dare un lieto fine al libro, ma trovo assolutamente assurdo il modo in cui l'ipnosi viene presentata.

Sappiamo che con l'ipnosi si possono recuperare ricordi apparentemente perduti, ma la protagonista si ritrova nel manicomio senza ricordare nulla di ciò che è successo prima. Questo è un cliché molto comune. Un dottore l'aiuta a ricostruire pian piano la sua storia passata, che è interessante e coinvolgente, ma non credo che l'ipnosi funzioni così: non è come guardare un film, dove a ogni appuntamento si vede un altro segmento di cinque minuti.

Dal punto di vista letterario, è conveniente che la storia si sviluppi in questo modo, ma non è convincente. Inoltre, le descrizioni erano a volte confuse, creando un caos iniziale sulla pagina, ma proseguendo la lettura si ottiene una visione più chiara e sensata.

A causa del problema precedentemente citato, risulta che i personaggi non sono ben sviluppati. Non intendo dire che sono eccessivamente stereotipati, ma lo sono abbastanza: il dottore cattivo, il dottore buono, la paziente che ha il mondo contro, una storia d'amore banale, una matrigna malvagia. Tuttavia, a volte, anche se i personaggi sono stereotipati, si può creare una trama avvincente perché ciò che conta sono i legami che li muovono all'interno della storia. Purtroppo, in questo caso, non è successo. I personaggi non sono abbastanza coinvolgenti, persino la protagonista risulta a volte irritante, e questo è un grosso problema perché, in teoria, il lettore dovrebbe simpatizzare con il protagonista.

A volte sembra che stiano per rivelare qualcosa in più su di loro, su come procedono, su come erano in passato, ma invece si muovono tutti in modo prevedibile e scontato.

C'è anche un problema di prevedibilità con la trama, perché a un certo punto si capisce come andrà a finire già da circa metà del racconto. È una storia tipica delle telenovelas, senza rivelare i dettagli, che comunque possono avere il loro fascino.

Il problema più grande dei personaggi è la loro mancanza di vitalità, come ho detto all'inizio. L'autrice non ha infuso nulla di sé nei personaggi. Non mi aspetto che sia mai stata in un manicomio, ma non si è immersa nel ruolo, non ha utilizzato i suoi sentimenti per animare la protagonista, e tutto risente di questa mancanza, perché non riusciamo a emozionarci.

Per quanto riguarda il finale: troppo brusco! Detesto quella sensazione che i film e i libri possono dare quando finiscono proprio quando ti aspetti un'altra scena. È importante saper concludere una storia in un momento culminante, ma il lettore non deve sentirsi abbandonato, girare la pagina e trovare i ringraziamenti (in cui inoltre non viene neanche ringraziato il lettore)! Come dicevo, la storia era prevedibile, quindi era prevedibile anche il finale, ma non sarebbe stato meglio scriverlo offrendo qualche sorpresa?

In conclusione, si tratta di una storia a tratti molto interessante, ma raccontata in modo confusionario, prevedibile, scontato e senza emozioni. Nonostante tutto, ho letto questo libro con avidità senza capire perché, forse speravo in qualcosa di più originale. Invece, non è stato niente di speciale, ma ci sono storie ben peggiori.


«E a quel tempo eri ancora sana di mente».
Lo ero? Lo ero veramente?
«Soffrivi - e soffri ancora - ma la sofferenza non è una malattia, è il prezzo dell'amore».
Allora ha amato qualcuno. Conosce la sofferenza, il fallimento, e forse anche il senso di colpa, come li conosco io. Forse ho sempre saputo che avevamo questo in comune.

Pagina 90 

Se fossi stata aggressiva forse la gente mi avrebbe trattato con rispetto, e non con disprezzo.
Pagina 166 

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