Review: Il profumo

Il profumo Il profumo by Patrick Süskind
My rating: 1 of 5 stars

hermio

Un libro ridicolo

Sono rimasta sorpresa dall'argomento. Il profumo, o meglio l'odore, è qualcosa di difficile da descrivere. Di solito possiamo solo nominarlo, ma questo libro ci immerge subito in una Parigi del 1700 dal pungente e terrificante odore, tanto da farci storcere il naso. Tuttavia, a volte le descrizioni sono così abbondanti che le azioni sembrano scarseggiare.

L'autore introduce il personaggio principale, Jean Baptiste, dalla sua nascita, e riesce a caratterizzarlo in modo ossessivo. È singolare come lui si riferisca a tutti sempre per cognome, quasi a voler mantenere una distanza. È altrettanto strano come, ogni volta che Jean Baptiste lascia un personaggio per proseguire nel suo cammino, l'autore ci rivela il destino di quel personaggio, che spesso finisce male poco dopo.

La storia è presentata come una favola grottesca ma avvincente. L'autore deve avere un grande interesse per l'argomento, altrimenti non avrebbe potuto parlarne così in dettaglio da renderlo credibile, anche se forse non lo è.

Quando Jean Baptiste si allontana dalla civiltà e rimane in cima a un monte per sette anni, mi ha ricordato molto Gollum. Era un essere umano ma, inseguendo le proprie necessità, è diventato un mostro. Ci viene detto più volte quanto fosse orribile di aspetto e ora vive come un animale, anzi peggio, è come Gollum, che vive nell'oscurità nelle grotte, senza niente tranne il suo bisogno incessante, per Gollum dell’anello, per Jean Baptiste di odori.

Poi Jean Baptiste sogna di essere sopraffatto dal suo odore, ma nella realtà non riesce a trovarlo e quindi torna tra gli esseri umani. Questa parte è stata abbastanza imprevedibile, ma per buona parte del libro era sempre tutto molto prevedibile. Nonostante la stranezza del tutto, è stata molto interessante la parte astratta dei suoi pensieri e il suo rifugiarsi nella mente, che era più importante della realtà.

Tornato tra l'umanità, con un aspetto simile a quello di Gollum, Jean Baptiste si fa aiutare da un marchese con strane idee poco scientifiche. Il marchese lo usa per dimostrare una sua teoria e aumentare il suo prestigio, ma allo stesso tempo Jean Baptiste sfrutta il marchese. Ha capito che lui stesso non ha l'odore dell'umanità e lo sintetizza con gli ingredienti più putridi. Così, riesce ad avere il profumo dell'uomo, al quale aggiunge un profumo che lo fa sembrare normale. Questa parte, con il marchese che lo usa per dimostrare come un determinato procedimento avrebbe reso Jean Baptiste più umano, mi ha fatto pensare molto ad Arancia Meccanica, quando Alex viene rinchiuso in prigione e il governo mette a punto il metodo Ludovico per riportare alla normalità gli individui con problemi.

Degna di nota è la parte in cui Jean Baptiste decide di creare più profumi, o meglio odori, che gli permettono di essere percepito come lui preferisce. L'odore per essere notato, l'odore per essere preso in considerazione, l'odore per essere compatito. Anche se è una fantasia, ci fa capire come le persone possono manipolare la propria apparenza e quindi la reazione degli altri se lo desiderano. In questo, Jean Baptiste si dimostra un grande maestro, capace di annusare (o forse sarebbe meglio dire osservare) gli altri in modo più sottile e quindi avere più informazioni su di essi, stando sempre un passo avanti.

Solo nella parte finale del libro emerge la natura omicida di Jean Baptiste, accennata all'inizio. Ricordando la prima ragazza che aveva ucciso, inebriato dal suo odore, decide di trovare un modo per rubare quell'odore. Quindi si esercita con 24 ragazze per essere pronto per quella che aveva individuato come ideale. La parte degli omicidi rimane troppo marginale. Tutto il libro ci enfatizza questo personaggio, dicendoci quanto sia brutto ed emarginato, e poi, nel momento in cui lui agisce senza rimanere ai margini della società come ha sempre fatto, tutto va molto veloce e si conclude in modo piuttosto ridicolo. Jean Baptiste viene scoperto dopo aver raggiunto il suo obiettivo di creare il profumo perfetto dalle ragazze. Commette un errore grave che non aveva bisogno di commettere e che gli costerà la cattura. Trovo questa forzatura incoerente con il resto della storia.

Alla fine, quando stanno per giustiziarlo, usa questo profumo che aveva creato e tutti rimangono talmente sconvolti e frastornati dalla bellezza di questo profumo che non si accorgono neanche che è un profumo. Pensano che sia lo stesso Jean Baptiste e improvvisamente lo adorano così tanto che non lo vogliono più uccidere. Non solo, tutti si lasciano andare, dimenticano le inibizioni e scoppia una grande orgia. Questa parte l'ho trovata così ridicola che è difficile anche da criticare perché non c'entra niente. Innanzitutto, è un errore che l'abbiano scoperto, poi che lui riesca a scappare da una folla che si comporta in modo così inconcepibile. Poi, di male in peggio, Jean Baptiste, che non ha trovato un motivo di vita (e non si sa perché improvvisamente ne cerca uno), decide di usare di nuovo il profumo così tanto da farsi letteralmente sbranare da una folla di mendicanti che si accorgono di averlo mangiato in un atto d'amore. Mi sono sentita presa in giro da questo libro. Inizia in modo accattivante e rimane scorrevole e avvincente per tutta la lunghezza, poi alla fine, quando ci sono questi omicidi e la soluzione degli stessi, tutto langue. Non c'è la capacità di una soluzione soddisfacente.

Mia ultima critica riguarda il fatto che Jean Baptiste, per esercitarsi prima di commettere gli omicidi, uccide degli animali. Addirittura, in una parte che ho trovato ignobile, uccide un cagnolino, estrae il suo profumo e lo fa sentire alla madre, che uggiola di felicità. Mi fa male anche solo riparlarne, ma voglio scriverlo per sottolineare quanto ho odiato questo libro.

Confronto con il film “Profumo - Storia di un assassino” del 2006

Il film inizia dalla fine della storia, probabilmente per renderlo più accattivante. Se fosse partito dall’inizio come nel libro, sarebbe risultato più banale. Offrendo invece un'anteprima di come andrà a finire la storia, c'è una necessità di rendere una trama meno monotona e più avvincente.

Il protagonista non è affatto brutto. Se un personaggio può essere brutto nei libri, non può assolutamente essere brutto nei film a meno che non sia un cattivo orribile. C'è il narratore che rende il tutto in stile fiabesco, una voce bassa accogliente che ci coinvolge. La musica di sottofondo è molto evocativa, ricorda i vecchi film degli anni '90 ed è un po' magica come quelle di Harry Potter o di altri film fantasy.

La parte in cui il protagonista crea i profumi alla profumeria di Baldini è la migliore sia del film che del libro perché lo rende un genio e non più un depravato. C'è del magico in entrambe le versioni. Nel libro, Jean-Baptiste uccide la prima ragazza perché vuole appropriarsi del suo profumo, mentre nel film, la situazione è stemperata e l'uccide per sbaglio.

Nel film, la parte iniziale viene velocizzata e si arriva subito al primo omicidio e alla profumeria, focalizzandosi sulle parti più interessanti della storia, cosa che nel libro non è stata fatto.

Il gatto da Baldini, grande problema del film. Il gatto non è nel libro e quando l'ho visto introdotto nella scena della profumeria, ho capito che era lì solo perché avrebbe fatto una brutta fine. Non solo è di cattivo gusto, ma fa anche soffrire le persone che amano gli animali. Il film perde di qualità in questo modo.

Sembra che Jean-Baptiste passi solo qualche settimana sulla montagna. Questo è un miglioramento, la parte della montagna nel libro risultava sempre fuori dal mondo, rendendo la storia sempre più fiabesca e meno credibile. Nel film, manca tutta la parte del marchese che lo trova rozzo e selvatico dopo i sette anni sulla montagna e lo rende umano. Meglio così, quella parte mi era sembrata abbastanza noiosa.

Jean-Baptiste vede subito per strada la rossa Laure, mentre nel libro non l'ha mai vista prima. Nel film inizia subito la parte interessante, quella degli omicidi. La prima vittima la mette nell'olio nel film, ma non nel libro. Nel film c'è anche una prostituta, ma non nel libro. Bisognava creare una varietà di scene nel film.

C'è la scena di Laure che festeggia il suo compleanno nel giardino della sua residenza. Questa parte non è nel libro ma serve per fare scena. Poi si mettono a giocare a nascondino e le amiche di Laure fanno una brutta fine mentre giocano all'interno del labirinto del giardino di casa. Non c'è nessun labirinto nel libro e Jean-Baptiste non si avvicina mai a Laure se non quando vuole portare a termine la sua opera. Il labirinto serve per creare una scena che aumenta il ritmo e risveglia lo spettatore. L'introduzione del labirinto mi ha ricordato Shining, un altro film che ha deciso di inserire un labirinto anche se non era presente nel libro da cui è tratto. Probabilmente perché un labirinto è visivamente interessante, mentre in un libro potrebbe essere meno coinvolgente.

Con poche differenze trascurabili il film si avvia alla fine con la scena dell'esecuzione sfumata. Jean-Baptiste viene portato sul patibolo ma lui ha già indossato il profumo che ha fatto con le sue vittime e tutti rimangono scioccati. La scena dell'orgia collettiva è ridicola nel libro e forse anche di più nel film.

Nel film, viene aggiunta una breve scena in cui Jean-Baptiste ripensa alla sua prima vittima in modo più audace, cosa che non succede mai nel libro. In quest'ultimo, niente lo scalfisce. Jean-Baptiste se ne va con una lacrima e il narratore che ci informa che è triste perché nessuno lo ama. Tuttavia, c’è una piccola differenza: nel libro è triste perché non ha un odore è uno scopo, non ha mai voluto amore. Proprio come avviene nel libro, anche nel film, l'intera storia si risolve rapidamente. Jean Baptiste si copre di profumo e si fa sbranare da dei mentecatti dopo essere tornato a Parigi. Solo che nel libro va al cimitero, mentre nel film va nel luogo dove era nato. Dunque, ancora una volta, il film cerca di sistemare le cose.

Il problema resta sempre lo stesso, non riusciamo ad appassionarci a qualcuno che crea la sua abilità con il naso e con gli odori. Se vediamo un genio della musica rimaniamo affascinati ma un genio degli odori? Non ci interessa, tanto che viene dipinto come un cattivo. E poi l'eterna differenza della giovane bella buona vittima contrapposta al cattivo brutto e malefico. È veramente banale e tutta la trama lascia un retrogusto di eccessiva perversione. 


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