I grandi classici Disney 99: sempre meglio




Non sono riuscita a resistere e ho deciso che non resisterò, proseguirò con la lettura mensile dei grandi classici Disney che mi lasciano sempre affascinata. Questa volta le storie vanno dal 1957 al 1992. Ce ne sono due leggermente più "recenti", una del 1992 e una del 1989, che sono state scelte per completare la raccolta di storie in cui i paperi e i topi sono alle prese con l'acqua. Davvero una selezione interessante e ben studiata che ci fa capire come non sia solo un ammasso di storie messe insieme per vendere qualcosa, ma una raccolta selezionata di piacevoli letture che ci riportano al passato. Queste storie che riguardano l'acqua sono molto ricercate nella loro trama che non è banale ma divertente e anche studiata. Continuo a fare il paragone con gli ultimi numeri di Topolino e mi ritrovo sempre a constatare che le storie del passato erano più concrete, più forti e con una marcia in più, per niente edulcorate come quelle dei numeri odierni. Ormai Topolino sembra aver paura di essere diretto e di rappresentare la verità. Certo è sempre un prodotto che va bene per un mondo infantile ma prima andava più che bene anche per gli adulti, tanto che i fumetti erano per tutti, invece ora Topolino sembra dover essere smussato nei contenuti e nei dialoghi, rendendolo a volte patetico.


Nell'ultima storia, "Paperino e la sorgente rigenerante" del 1989, Paperino si cimenta nel salto di un muretto dicendo: "Rimedio con un saltello! Per chi, come me, usa solo olio vigor nella dieta, è uno scherzetto!" E tutti quelli che hanno vissuto in quel periodo si ricorderanno la celebre pubblicità dell'olio in cui un tipo ridicolo per professare le abilità rigeneranti di un dato olio si cimentava nel salto di uno steccato. Una pubblicità storica di cui in questa storia ne viene fatta la parodia in modo eccellente riportando un sorriso sui meno giovani. Sempre in questa raccolta di storie dedicata all'acqua, la più vecchia, quella del 1957, vede Pippo preso in giro da un tipo che tenta di vendergli dell'acqua che definisce astemica nel senso che è acqua che sa di alcol ma è salutare come l'acqua. Questo è proprio quello che volevo dire, si prendono in considerazione delle tematiche come quelle dell'alcolismo che nei numeri odierni di Topolino non ci si sognerebbe mai di fare. Tra l'altro in questa storia c'è anche un certo messaggio in quanto viene più volte detto che chi beve l’alcol sta male e chi non la beve sta meglio. Vero. Eppure non si oserebbe più tanto. Tra l'altro questa è una storia con l'alternanza delle pagine a colori con quelle in bianco e nero, davvero un tesoro.


Anche nella storia "Zio Paperone e l'eredità invisibile" del 1974 (anche questa con l'alternanza di pagine a colori e in bianco e nero) c'è un umorismo oscuro, un dark humour, che non verrebbe più usato ai giorni d'oggi. Infatti Paperone dice: "E invece, oggi, le notizie sono allegre! È morta zia Guendalina!" E Paperino risponde: "Chi sarebbe zia Guendalina?" Paperone prosegue: "Mai sentita nominare! Però io sono il suo erede!". Ormai in Topolino la parola "morta" non potrà più essere usata e io rimpiango questa libertà che si prendeva Topolino di non autocensurarsi su cose che invece potrebbero essere proposte tranquillamente a un pubblico più infantile. Sembra che più il mondo esterno diventa orribile, più Topolino tende a ripulirsi, ma questo è solo un modo per, come si suol dire, pararsi il... Ed è proprio per questo che adoro questi grandi classici perché ci riportano a tempi che magari per certe cose erano più difficili ma per altre erano più spontanei.


Ancora una volta infatti, sempre per lo stesso motivo, in "Topolino e la banda dei rubamandre" c'è un grande uso di armi vere mentre su Topolino ormai le armi sono solo quelle fantascientifiche di Paperinik, che sembrano dei giocattoli.


Insomma anche questo numero mi ha lasciato pienamente soddisfatta e mi ha riportato indietro nel tempo facendomi divertire e appassionare sempre di più a questi fumetti.

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