Review: Il decoro

Il decoro Il decoro by David Leavitt
My rating: 3 of 5 stars

hermio

Sorprendente

Ho iniziato a leggere questo libro con qualche perplessità, pensando che non mi sarebbe piaciuto. Nonostante l'impatto fortemente politico, la storia è narrata in modo impeccabile e asettico, ma piacevole. Mi ha sorpreso quanto più mi intratteneva e piaceva man mano che andavo avanti.

Il libro inizia con una scena peculiare: un gruppo di amici molto ricchi discute cosa succederebbe se chiedessero a Siri di trovare un modo per 'sistemare' il neo-eletto presidente T. Nessuno lo fa, temendo le implicazioni, dato che si sa che i telefoni ci spiano.

L'evento scatenante della storia è l'elezione di questo presidente e la festa di insediamento che segue. I protagonisti sono Eva e Bruce, una coppia sposata di New York dalle finanze illimitate. Eva, non avendo altri problemi al mondo, è così destabilizzata dall'elezione del presidente che decide di lasciare la città per non dover ascoltare il vicino festeggiare. Eva e la sua amica Min si rifugiano a Venezia per alcuni giorni, dando un'indicazione del loro stile di vita: chi può permettersi di volare a 4000 miglia di distanza come se niente fosse? Durante il suo soggiorno, Eva decide di comprare un appartamento a Venezia.

Questo appartamento darà origine a una serie di eventi a catena che destabilizzeranno le relazioni tra i vari personaggi rispetto all'inizio. Ammetto che i personaggi sono abbastanza stereotipati ma forse proprio per questo sono credibili, e non tutti appartengono allo stesso schieramento politico. La maggior parte non è contenta dell'elezione, ma nessuno agisce in modo prevedibile. Si sottolinea che qualsiasi cosa succeda a una persona ricca come Eva, non avrebbe avuto alcuna conseguenza per lei quell’elezione, era intoccabile.

È interessante la contrapposizione che viene fatta nel testo. A volte i personaggi discutono di come gli italiani emigravano in America all'inizio del 900 e ora invece Eva e la sua amica hanno scelto di emigrare in Italia. Quindi, il motivo per cui hanno lasciato l'America per paura di una dittatura viene contrapposto all'immigrazione degli italiani verso l'America alla ricerca di un posto migliore.

Gran parte del testo è composto da dialoghi, molti dei quali riguardano la politica, ma anche altri argomenti. Nonostante ciò, i dialoghi sono così semplici che persino una persona non esperta di politica come me riesce a comprendere.

Uno dei dialoghi più interessanti si svolge nel campo letterario. Questi amici discutono spesso di letteratura e riviste, specialmente quelle di arredamento. In un'occasione, commentano come durante la presidenza precedente le cose andavano così bene che gli scrittori erano diventati eccessivamente sentimentali e trascurati. Ridono sul fatto che forse, con il nuovo presidente T, le cose sarebbero andate così male da spingere gli scrittori a produrre opere migliori in tempi peggiori.

Questi amici vedono anche l'importanza dell'arredamento delle loro case. Ad esempio, per Eva, che sta per acquistare il nuovo appartamento a Venezia, è importante che il suo amico Jake, un arredatore, si impegni a sistemarlo. Da qui si sviluppa una storia completamente nuova relativa a Jake e al suo passato, parte che mi ha particolarmente entusiasmato perché è completamente distaccata dalla politica e dal presente, ed è pura narrativa. La storia in sé non è grandiosa, ma rimane credibile proprio perché semplice.

Infatti, il titolo italiano "Il Decoro" si può riferire sia al decoro in termini di arredamento delle case, sia agli atteggiamenti considerati appropriati per una vita dignitosa e riservata. Questo si riferisce principalmente ad Eva.

Eva è un personaggio fastidioso, non perché sia mal costruito, ma perché è insopportabile, il che dimostra che è stato creato alla perfezione. Eva è frivola, puritana, priva di passioni, non lavora e ha molti soldi a disposizione. Si lamenta costantemente, si considera superiore e ha un'ossessione per il decoro, tanto da non sopportare la sua migliore amica che è un po' in sovrappeso. Eva può sembrare un personaggio esagerato, ma esistono donne come lei. Eva è il tipico personaggio femminile che mette in cattiva luce l'intera categoria delle donne.

Eva disprezza le persone sciatte e si comporta con presunzione. Non si preoccupa della cucina e assume vari cuochi per le sue cene oltre alla cameriera. Uno di questi cuochi, Matt, non è più benvenuto nella sua casa perché una volta ha tenuto dei discorsi volgari. Essendo puritana, Eva non lo ha sopportato e lo ha allontanato dalla sua casa!

Alec, il vicino, desidera festeggiare durante la festa dell'insediamento, motivo per cui Eva decide di fuggire. Attraverso i dialoghi tra Bruce, il marito di Eva, e Alec, lo scrittore rappresenta anche il punto di vista di chi è favorevole al presidente, tanto temuto da Eva. Tuttavia, Alec rivela che sua figlia non gli parla più perché lo ha votato. Nonostante tutto, Bruce e Alec vanno d'accordo e passeggiano insieme per Manhattan con i loro cani la sera, una scena alquanto pittoresca.

Quando i cani di Eva e Bruce iniziano a comportarsi in modo strano, ad esempio facendo i bisogni in casa, Eva è così sconvolta che accusa Bruce. Crede che i loro cani abbiano questi comportamenti strani perché sono usciti con il cane di Alec, che ha votato per il presidente T! Questo dimostra quanto il personaggio di Eva sia folle. Tuttavia, nonostante la sua follia, il personaggio di Eva è ben delineato, rendendolo accettabile.

La trama è costellata di cene e discussioni su persone e politica. L'autore non prende mai posizione. Ad esempio, quando i personaggi partecipano alla presentazione di un libro di Lydia Davis (una scrittrice americana), le opinioni sono divise tra chi la disprezza e chi la difende.

Il titolo originale, "Shelter in Place", significa "Restare a casa", un'espressione usata dalle autorità in caso di emergenza. Questo potrebbe riferirsi a Bruce, che non ha mai sentito la necessità di cambiare casa. All'inizio sembra un personaggio secondario, ma man mano che la storia avanza, si sviluppa e cresce. Mentre Eva è concentrata sulla sua necessità di fuggire e sulla sua ossessione per il nuovo appartamento, Bruce, rimanendo a casa, scopre di avere bisogno degli altri e che altri possono aiutarlo.

Quindi, il libro è ben strutturato, con personaggi ben definiti e facilmente immaginabili. La trama non ha nulla di spettacolare, ma proprio nella sua ordinarietà riesce ad essere più interessante. Nonostante i personaggi siano lontani dal mio mondo, sono riuscita a entrare in sintonia con ognuno di loro. Anche se non mi sono particolarmente simpatici, ho trovato piacevole la lettura.

Il racconto si conclude il primo sabato di primavera, un po' di tempo dopo l'elezione e la festa, quando tutti si sono adattati a una nuova prospettiva con Eva a Venezia. Ho trovato sorprendente che abbia finito di leggere il libro proprio il primo sabato di primavera, sebbene di qualche anno dopo.

«Capisco la decorazione d'interni» proseguì Jake. «Tende, tessuti, colori li capisco. Quello che non capisco è ciò che la gente intende quando parla di casa. Non sono sicuro di averlo mai capito.»
«Be', non è ovvio?» disse Min, raccogliendo la rivista e tenendola davanti a sé, come se incarnasse qualche idea che lei stessa non era in grado di esprimere a parole. «La casa è dove ti senti... a casa.»

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Perché Venezia, le sue basi - le fondamenta stesse della città - sono un'illusione. Sono le illusioni a sostenerla e di tutte le illusioni, la più potente potrebbe essere quella di pensare che la città durerà davvero, che non sprofonderà su se stessa e non verrà sommersa da un'inondazione. Così quando sei là, in quel luogo che onestamente non dovrebbe esistere, in quel luogo contro natura, puoi ritrovarti a immaginare la stessa cosa di te stesso: che non sprofonderai nel fango e non verrai spazzato via da urlonda di marea.
Pagina 326 


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