Review: Artbook

Artbook Artbook by Jirō Taniguchi
My rating: 1 of 5 stars

Caotico

Ho preso questo libro in biblioteca, un libro molto pesante, ricco di figure e anche molto costoso (35 €). Mi aspettavo molto di più, non ho trovato i disegni abbastanza interessanti, soprattutto per come sono stati disposti e per il fatto che non sappiamo niente della storia dietro le immagini. Il libro è strutturato in maniera molto caotica, i disegni sono messi alla rinfusa senza un ordine né una struttura e quelle poche righe che l’autore ci fornisce per spiegarli non sono messe vicino al disegno ma pagine dopo. Per quanto riguarda la scrittura, è imbarazzante il carattere microscopico che è stato scelto, soprattutto perché le pagine sono molto grandi. I disegni si vedono bene, ma il titolo dell’opera da cui sono tratti e tutto quello che scrive l’autore per spiegare le sue opere ha un font così piccolo che senza lente d’ingrandimento non si legge. È assurdo anche perché quando ci sono queste spiegazioni, il 90% della pagina rimane bianco e vuoto e in fondo ci sono queste scritte microscopiche. Per essere un libro d’arte, direi che anche a colpo d’occhio la struttura artistica lascia molto a desiderare.

Di seguito ho riportato una spiegazione più o meno dettagliata di quello che ho pensato sfogliando questo libro. Sicuramente non l’avrei comprato.

Il libro inizia con una parte scritta da un tipo, non si sa chi è e non ci interessa neanche né chi sia né che ha da dire. Trovo fuori luogo che in un libro di un autore si inizi con i complimenti di un personaggio all’autore del libro. Ma quanto possono essere veritieri? Non c’è niente di spontaneo e soprattutto non c’è niente di utile, un muro di parole noioso e senza un briciolo di passione, scritto per obblighi editoriali e tanto per dare un po’ di parole e qualcosa da leggere in un libro fatto di figure.

Il secondo muro di parole è quello di uno sceneggiatore di fumetti che ha lavorato con l’artista del libro. Ci racconta come si sono conosciuti e come si sono ritrovati a lavorare durante gli anni più di una volta… Continuo a pensare che se l’autore di un libro è uno, deve parlare solo quello nel libro e tutti gli altri devono stare zitti perché qualsiasi cosa dicono non è per niente spontanea.

Il libro inizia finalmente con i disegni dell’autore che sono messi senza un'apparente logica. Poi parla l’autore in una pagina, scrive alcune righe e ci racconta quello che ha fatto, ci sono alcuni esempi di storie che ha creato ma sono tutte sconclusionate, è solo una carrellata di quello che ha fatto senza un filo logico. I personaggi non mi piacciono, notevoli sono gli animali, i cani de "L'uomo che cammina" (2006), il gatto di "Gourmet" (2010)… Invece le persone le trovo troppo squadrate e fuori dal contesto come se fossero attaccate sullo sfondo. È un peccato che questo libro sia così confusionario, non c’è niente che ci fa capire la storia delle immagini che rimangono così asettiche.

Continuando a sfogliare, sempre un disegno per pagina, sempre uno o due per storia, ma è impossibile capire la storia, è così tutto senza senso.

I cani sono ben fatti, c’è anche una pagina con la rappresentazione di un cane chiamato Jito di una serie intitolata "Allevare un cane" del 1992. Anche qui gli umani lasciano a desiderare. Non mi piacciono neanche i paesaggi, li trovo un po’ troppo spigolosi e ostici.

Poi c’è un’altra pagina bianca con alcune scritte che però non ci informano di niente. In una doppia pagina vediamo una donna che fluttua nel cielo, dall’opera "Icaro" del 1997. Inguardabile. Poi ci sono varie doppie pagine della saga "Cronache del dissolvimento della Terra" del 1988. Impossibile capire di cosa si tratta ma non sembra per niente allettante. I drammi dei personaggi forse si capiscono dalle loro espressioni ma non sembra una storia interessante.

Poi si va avanti con alcuni progetti non realizzati, personaggi troppo squadrati e banali, continuo a pensare che i cani e i lupi, come quelli che compaiono sulle tavole di "Seton" del 2004, sono il suo progetto grafico più riuscito. C’è anche una lince, ma vedo troppi fucili per quanto mi riguarda, sembra che ci siano dei cacciatori e degli alci volanti, orsi e uomini con il fucile, un’accoppiata terribile. Storie che non leggerei e di cui non voglio sapere niente.

Poi ci sono anche disegni in stile cowboy, pistole, pistoleri… No, grazie.

Più avanti riprende il discorso di quelle "Cronache del dissolvimento della Terra" che ci aveva presentato pagine prima e ci dice che l'ha addirittura scritto lui. Non mi attira per niente e l’organizzazione del libro lascia proprio a desiderare. A seguire, immagini della "Vetta degli dei" del 2000, c’è uno scalatore e delle montagne ma i paesaggi appaiono piatti e le persone sempre scontente e accigliate. Ce ne sono parecchie di queste immagini di montanari ma sono tutte senza profondità.

Dopo queste immagini, ci parla di quelle tavole che aveva presentato all’inizio, di nuovo organizzazione zero.

A seguire, tavole da "Saint Marie no Ribon" del 2012. Un uomo con un fucile e un cane in un ambiente non definito. Che sfinimento questi fucili.

Succede ancora, andando avanti ci spiega quello che è successo a proposito della serie "Allevare un cane" presentata molte pagine prima. Che disastro.

Ancora meno entusiasmanti sono le immagini di "Uomo della tundra" nel 2003. Un uomo pieno di armi con un cane. A seguire un cane molto simile al precedente ma della serie "Blanca" del 1990. È un cane in un ambiente impervio che a vederlo è bello e ben disegnato ma gli sfondi sono sempre distaccati, piatti e creano confusione. Altre tavole in cui questo cane bianco viene attaccato da altri cani oppure deve sfuggire uomini che gli sparano… Per carità, non lo leggerò mai. Crea ansia solo a vederli alcuni disegni.

Sempre in tema cani ecco i "Cani degli dei"… A dire la verità i cani sono sempre gli stessi, un po’ lupi un po’ Shiba Inu … Ed ecco che alla fine ci spiega che i "Cani degli dei" sono il seguito di "Blanca"… E non lo potevi dire prima?

A seguire, immagini di tigri di una serie di cui non voglio sapere niente, in cui figurano uomini con fucili e lotte di animali. Terribile. Poi "Enciclopedia degli animali primordiali" del 1989, anche in questo caso animali che lottano tra di loro, che ansia.

Di punto in bianco ci sono delle pagine in cui sono presenti degli schizzi di animali, animali delle serie presentate prima, orsi, lupi, alci… Dopodiché si parla di quell’immagine iniziale da "Icaro", e non lo potevi scrivere subito?

Ci sono delle immagini di un tipo occidentale con la sigaretta e un mento prominente, è veramente bruttino, ha anche una pistola ma non si sa chi è. Poi ci parla della "Vetta degli dei" ma scusa, l’avevamo guardato prima? Seguono immagini di nuovo di quell’uomo dal mento astruso, e infine la didascalia ci dice che è parte della storia "Trouble is my business", del 1984. Anche in questo caso gli sfondi sono troppo carichi di colori piatti e non riescono a distaccarsi dal personaggio che si perde in essi. Questo tipo con quel mento non si guarda, è insopportabile.

L’autore ci parla di "Seton", non glielo pubblicano più ma lui continuerà a disegnarlo, buon per lui. Arrivano poi i disegni di "Enemigo" del 1985. Uomini con il grugno e che sparano. Poi un altro paio di serie, brutti ceffi e donne sciatte. Senza sapere la storia è frustrante guardare queste immagini. Forse avevano più senso associate a una trama (perlomeno riassunta) ma così… Si continua con una carrellata di personaggi tutti molto simili ma che fanno parte di serie diverse, espressioni sempre quasi addormentate oppure arrabbiate. C’è anche una specie di pugile da "Garoden", del 1994…

A seguire, dopo i pugili che combattono, uomini che si sparano e si accoltellano, brutti e noiosi. Immagine dopo immagine non riesco ad apprezzare niente di questo autore. Poi una tavola doppia che sembra fuori luogo, tra le pistole anche donne nude, si tratta di "The back of beyond" del 1998. Altri uomini che fumano con le pistole sempre con menti prominenti. Altre pistole, sigarette e facce strane. Non c’è niente di giapponese tra questi disegni, ci sono anche tipi in stile investigatori della serie "Manhattan op" del 1982 ma senza un minimo di descrizione è impossibile capirci qualcosa. Sempre di questa serie ci sono anche sei pagine in bianco e nero, confusionarie.

L’autore ci parla di una serie di cui non mi sembra di aver visto disegni e poi c’è una bella pagina con una strada tipica del Giappone e un gatto nero, il primo bel disegno che vedo. Poi vediamo che il gatto nero fa parte di una serie chiamata "Ai tempi di Bocchan" del 2014. L’uomo è insopportabile, c’è anche un cane, il solito. Nella stessa serie vediamo un cambiamento di stile e sempre i soliti sfondi troppo carichi. Il gatto è l’unica cosa che gli è venuta bene. Sono adorabili i paesaggi più tenui in cui il gatto si staglia nella strada, veramente ben fatti. Ci sono molti altri disegni di questa serie poi di punto in bianco ci parla di tavole viste molte pagine prima e poi ecco ancora l’uomo con il gatto nero. Meglio il gatto da solo.

Il libro si conclude con un muro di parole noioso e prolisso da parte dell’autore. A parte quelle due immagini con il gatto nero, questo tipo di arte non mi è piaciuto e il caos che regna sovrano all’interno di questo libro è inaccettabile. 

View all my reviews

Nessun commento:

Posta un commento