Review: Il giorno dell’innocenza

Il giorno dell’innocenza Il giorno dell’innocenza by Michael Connelly
My rating: 3 of 5 stars

Sorprendente

hermio

Finalmente ho capito cosa non mi piaceva dei libri di Connelly: Ballard. In questo capitolo, quella donna saccente, noiosa, stereotipata e soprattutto insopportabile è messa da parte, e Bosch fa coppia con il fratellastro e avvocato Haller. Era Ballard che non sopportavo e che mi impediva di apprezzare questo scrittore, anzi rendeva ogni storia detestabile.

È stata una lettura piacevole, scontata ma discreta. Non sarà mai il mio libro preferito e non c’è un briciolo di passione in questo stile di scrittura che resta troppo descrittivo, però come storia ha un senso. È una grande americanata nel senso che è la classica storia da tribunale che abbiamo visto cento volte nei film: avvocati difensori a cui vengono messi i bastoni tra le ruote, povere madri sofferenti in carcere, lacrime, poliziotti cattivi... Una marea di cliché, però sono stati mescolati in modo da rendere la lettura molto scorrevole.

Quello che non mi è piaciuto è il passaggio dalla terza persona alla prima, una parte in terza persona e una in prima persona dal punto di vista dell’avvocato. Sarebbe stato meglio tutto in terza persona, avrebbe reso la trama molto più lineare. Inoltre, la parte in prima persona ha esattamente lo stesso stile descrittivo di quella in terza e non ci rivela niente del personaggio che parla. È solo un esercizio grammaticale con cui lo scrittore ha cambiato punto di vista, ma ha usato il suo solito stile, rendendo le parti in prima persona impersonali perché, come dicevo prima, non c’è un briciolo di emozione. È una scrittura tecnica, asettica e senza passionalità e, come tale, il libro non genera emozioni. La sorte dei personaggi mi resta indifferente; Bosch mi sta simpatico perché è parecchio che lo conosco e sono contenta che finalmente non sta con quella rottura di Ballard, ma degli altri... Ammetto che il fratellastro mi sta simpatico, però anche lui è il classico avvocato.

Purtroppo, al posto di Ballard, è stata inserita un’altra donna saputella e insopportabile di cui avremmo tutti fatto a meno. Un tecnico di nome Shami. Addirittura Bosch appena la vede si chiede se ci può provare. Ma perché? Fortuna che questa tipa ha una parte marginale, non apre quasi mai bocca e rimane nelle retrovie. Spero che non la rivedremo mai più. La giudice è perfetta, basta con queste donne che fanno le "so tutto io" e appena compaiono tutti stravedono per loro. Patetico.

Infine, una gradita sorpresa nei ringraziamenti. Mi ero già più volte lamentata di come lo scrittore nei suoi ringraziamenti si rivolgesse solo a una lista interminabile di persone che ha pagato per lavorare e non si fosse mai ricordato dei poveri lettori che invece pagano i suoi libri. I ringraziamenti al lettore sono d’obbligo secondo me; che sia un libro di alta letteratura o una storia di banale fiction, senza il lettore nessuno scrittore va avanti. Mi ha fatto molto piacere vedere come lo scrittore si sia finalmente ricordato dei lettori e anche dei librai. Loro magari stanno svolgendo un lavoro, è un po’ diverso, però certo aiutano la diffusione e quindi si sarebbe dovuto ricordare anche dei bibliotecari perché grazie a loro ho preso questo libro messo in evidenza sul tavolo delle novità. Mi ha permesso di trovarlo e leggerlo quando sono passata a portare i libri indietro.

Quindi, è stata una gradita lettura, mi aspettavo sempre la solita solfa (scrittura scorrevole come sempre e trama impeccabile anche troppo) e invece queste pagine mi hanno riservato svariate sorprese. Non si sa mai.

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