Review: Menzogna e sortilegio

Menzogna e sortilegio Menzogna e sortilegio by Elsa Morante
My rating: 5 of 5 stars

hermio

Sono rimasta sconvolta! Alla fine (non ci sono spoiler) mi ha lasciato di stucco, uno stucco positivo, e per fine intendo proprio le ultime pagine.

Non avevo mai letto niente di questa scrittrice perché a scuola nessuno l’ha nominata. L’avevo sentita forse nominare, ma di sfuggita... Se non fosse stato per la mia professoressa di scrittura creativa mi sarei persa questa regina della scrittura.

Fin dall’inizio del libro mi sono resa conto del valore, non tanto della storia (quello l’avrei capito più avanti), ma del modo di scriverla, nel modo di narrarla in prima persona coinvolgendo sempre di più il lettore che viene chiamato proprio dalla voce che narra. Mi ha stupito subito perché è uno stile ricco di contenuto che si prende il tempo per dire quello che abbiamo bisogno di sapere per capire la storia che vuole essere narrata.

Una storia che la scrittrice aveva la necessità di scrivere e che mi dà l’idea che aveva visualizzato nella sua testa dall’inizio alla fine come se fosse stato un film. A proposito di film, mi sono stupita nel constatare che non c’è neanche una trasposizione cinematografica. Strano, molto strano.

Mi sono ritrovata a comparare questa scrittrice con Elena Ferrante, la mia scrittrice italiana preferita, perché è l’unica altra scrittrice in cui ho trovato questa capacità di farci vedere dei personaggi credibili, genuini e raccontati con il tempo che serve. Non è un prodotto commerciale, è un prodotto letterario. Stiamo parlando di un libro del 1948 e quindi non posso comparare gli editori di oggi con quelli di ieri, però dato che ora siamo nel presente, perché questi libri non vengono valorizzati? Perché pubblicare migliaia di stupidi libri nuovi e lasciare che questi scrittori del passato cadano nel dimenticatoio? Ora la maggior parte delle persone la conoscono, la mia ignoranza letteraria non è una novità, però sarebbe bello che gli editori si rimettessero a pubblicare questi libri per farli conoscere e non continuare a pubblicare solo romanzi facili perché nuovi. Ho la sensazione che ora in libreria la qualità sia scesa. Ma questa è un’altra storia.

La lunghezza del libro non è per tutti. Capisco che molta gente può rimanere scoraggiata da tutte queste pagine, ma forse è solo perché si fanno prendere dalla frenesia e non riescono ad entrare in sintonia con la scrittrice che si è presa il suo tempo per raccontarci questa storia che ora noi abbiamo il piacere di goderci. È diverso da tutto quello che succede oggi, non c’è la velocità, le scene di azione... Tutto è pacato come la vita vera e questo mi è piaciuto perché la fiction ci sta sempre bene nella costruzione di un libro, ma i personaggi devono rimanere credibili e questi lo sono tutti quanti. Non si tratta di un gran numero di personaggi, sembra quasi un’opera teatrale. Le vicende principali sono quelle che riguardano la madre della narratrice e le persone con cui era stata da giovane.

Le relazioni tra questi personaggi sono descritte in modo divino e anche queste sono credibili perché vengono presentate le follie della mente umana e di come ci si accanisce verso qualcuno e come queste relazioni, che oggi possono essere definite tossiche, influenzano la vita di tutti quelli che ci circondano e che incontriamo. Sono rimasta affascinata dalle interazioni tra tutti loro e non si può mai dire che tutto ciò che è descritto è surreale; è la pura realtà.

Credo che sia uno dei libri più belli che abbia mai letto. Ascoltarlo è stato molto lungo (sono poco più di 40 ore), ma in nessuna di queste ore ho sentito l’urgenza di finirlo, mai mi stava annoiando, non è mai successo, anzi la storia mi ha appassionato dall’inizio alla fine sempre di più. È un dolore finire un libro e mi è dispiaciuto arrivare alla conclusione, ma l’unica consolazione è sapere che lo potrò rileggere.

C’è da fare un grande complimento alla narratrice, Iaia Forte, che ha saputo dare la giusta tonalità a quella prima persona della storia, ma anche a tutti gli altri personaggi, con un magistrale uso della sua voce che era pura recitazione. I libri vengono potenziati da grandi narratori come lei.

Concludo ribadendo quanto il finale mi abbia colpito positivamente, quello vale tutte le stelle che si possono dare ad un libro per valutarlo e già ne aveva raccolte parecchie.

Rileggere la citazione che mi ero appuntata all’inizio mi conferma quanto questa frase sia importante:

"In questa cameretta, io ho consumato, quasi sepolta, la maggior parte del tempo che ho vissuto in questa casa, in compagnia dei miei libri e di me stessa, come un monaco meditativo, straniera a tutto quanto avveniva nelle prossime stanze, priva di ogni società e passatempo e immune dalle frivolezze che non risparmiano per solito neppure le fanciulle più semplici. Ma non si deve credere perciò che questa camera solitaria sia stato il rifugio di una santa piuttosto di una strega. E davvero, oggi, mi par l’effetto di una stregoneria la velocità del tempo che ho vissuto qui rinchiusa."

Dal capitolo 2

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