Review: Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio

Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio by Amara Lakhous
My rating: 1 of 5 stars

Disturbante

hermio

All’inizio l’ho trovato insopportabile, nonostante avessi capito subito che c’era qualcosa di geniale. Però non sono riuscita ad apprezzarlo; per me non ha funzionato.

L'originalità di questa trama sta anche nella sua composizione, strutturata in modo non usuale. Tuttavia, questa struttura è risultata ripetitiva. Si analizza in prima persona ognuno dei personaggi che gravitano intorno all'ascensore di un palazzo dove è stato commesso un crimine. È un giallo sotto forma di commedia con una critica non troppo velata ai luoghi comuni degli italiani sugli immigrati. Ogni personaggio si rapporta con il principale indiziato e, ogni volta che qualcuno parla, sentiamo poi dal punto di vista dell'indiziato cosa pensa di quel personaggio, con conseguenti ripetizioni degli stessi concetti, anche se da punti di vista diversi.

La struttura è simile a quella di una sitcom perché il luogo è fisso. Tutto si svolge in un palazzo, o meglio all’ingresso di questo palazzo, dove ci sono l’ascensore e la portinaia. Mi è sembrato molto interessante perché, mantenendo la scena principale sempre nello stesso luogo, si otteneva una sorta di effetto teatrale, come se i personaggi si muovessero su un palco.

La trama mette in scena l’ignoranza e i pregiudizi degli italiani. Non gli si può dare torto perché è tutto vero. Spesso le persone si comportano in maniera sbagliata e hanno idee sbagliate sugli immigrati, ma ognuno di questi personaggi rappresenta uno stereotipo.

Nonostante tutto, non c’è una sola persona sana tra gli italiani: sembrano tutti idioti. Tuttavia, non voglio prendere le parti di nessuno. La genialità e l’originalità del libro sono state compromesse dalla necessità di trasmettere un messaggio banale, che tutti già conoscono. Sì, tutti sanno che le cose stanno così, quindi? L’accusa al razzismo è mossa soprattutto dal modo spiritoso con cui la storia viene proposta, ovvero come una commedia che mette chiaramente in scena l’ignoranza e la cattiveria della gente, rendendole quasi divertenti per quanto sono assurde. Ripeto, nessuno mette in dubbio che queste persone esistono, ma è possibile che siano tutte concentrate in quel palazzo?

Non sono riuscita ad apprezzare questo libro, non perché trovo surreale questo concentrato di razzismo italiano, ma perché la storia viene proposta in modo troppo spiritoso. Non ne capisco la necessità e non mi arriva. I temi trattati sono molto pesanti e importanti, e non credo sia efficace trasporli in questo modo. Per quanto possa apprezzare questa trama, preferisco qualcosa di più classico. Essendo un giallo, gli stessi argomenti potevano essere trattati in una trama strutturata in modo più tradizionale e senza fare commedia. È stato proprio questo che non mi è piaciuto, la necessità di prenderla a ridere.

Nonostante tutto, l’ho letto tutto d’un fiato. Per quanto possa criticarlo, non è un libro che si ha la necessità di smettere di leggere. L’ho trovato disturbante, ma forse era proprio questo l’obiettivo dello scrittore.

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