Review: Angélique

Angélique Angélique by Guillaume Musso
My rating: 1 of 5 stars

Pieno di cazzate

hermio

Che noia tutte quelle frasi fatte che ci sono all’inizio di ogni capitolo, citazioni senza senso di cui non si capisce il perché, quando si vuole far finta di essere filosofi.

Tutte quelle affermazioni sul COVID per far apparire chi non è d'accordo un deficiente però se le poteva risparmiare. Tu sei d'accordo e altri no, allora dovevi mettere anche i fanatici che sono d'accordo. Si è capito che tu hai fatto tutti i vaccini, allora?

Poi arriva lei, in prima persona, quella del titolo. Non mi piace questo passare dalla terza alla prima persona e poi un uomo che prende le parti di una donna scrive spesso male e questo è pessimo. Si sente che non c'è niente di vero e fa anche un po' ridere questo modo di scrivere sboccato e patetico.

Credo che ai fini di un giallo far parlare chi commette il crimine smorzi tutta l'enfasi costruita dall'indagine perché ogni mistero si rivela inutile. Scelta fatta probabilmente proprio perché scrivere un giallo è difficile e non tutti ci riescono.

Come se non bastasse il discorso sul virus, ecco che affronta anche la tematica Hikikomori con un'ignoranza spaventosa da lasciare esterrefatti. L’ex poliziotto parla per lo scrittore, e non ci sono dubbi, e sparla a proposito di un giovane chiuso dentro casa e gli si rivolge riversandogli addosso quanto di più sbagliato si possa dire ad una persona che vive in quella situazione. Mai visto un libro così gretto.

Per fortuna poi che sto leggendo la traduzione italiana. Intere parti, secondo le note, sono state lasciate scritte in italiano rendendo la lettura in originale difficile e noiosa. Ci sono poi troppe parole tecniche di continuo inserite anche in acronimo, per esempio se arriva l'ambulanza basta dire ambulanza, non c'è bisogno di dare il termine scientifico in francese.

Ci sono spesso troppe descrizioni inutili dei luoghi, delle persone e anche di come si vestono, prolisse e superflue. Un altro riempitivo come i disegni che sono stati posti ogni tanto tra le pagine.

Ci sono troppe marche, troppe cose specificate inutilmente. Descrizioni di strade e di posti con nomi difficili che risultano a lungo andare fastidiose. Non c'è una generalizzazione ma è tutto troppo preciso riferito alla realtà.

Per contro, la credibilità della storia è molto bassa, e inoltre l'improvviso cambio, a un certo punto, della faccia del poliziotto che rivela quello che è veramente, con quella mossa assurda di rivoltarsi contro la ragazza, non sta né in cielo né in terra. Se era poco credibile con l'indagine, con questo risvolto complottistico risulta addirittura ignobile. Come si fa a proporre una storia che non ha il minimo senso? Non era credibile prima e con questo cambiamento di direzione improvviso diventa assurda e ridicola.

Più si va avanti e più non c'è una sola situazione accettabile: indagini campate per aria, soluzioni trovate con troppa facilità, storie che sembrano tratte da una telenovela mal riuscita.

È difficile credere che il proprietario di un impero finanziario sia pronto a sborsare tutti quei soldi senza un test di paternità appena una si proclama la fidanzata del figlio morto, una che il padre non aveva mai visto. Invece di fare il test, questi credono alle voci di un altro tizio. È possibile che siano tutti così tonti?
Le cazzate proseguono una dopo l'altra, c'è scritto: il poliziotto non si era voluto portare la pistola. Come se fosse facile per uno che non è più un poliziotto portarsi un'arma in aereo!

Alla fine non mancano i colpi di scena sempre in stile telenovela, uno più improbabile dell'altro e per niente credibile. Gli intrecci di relazioni sono troppi, assurdi e poco originali. Mi aspettavo da un momento all'altro, sin da quando si sono riconosciuti, la rivelazione che il poliziotto fosse il padre della ragazza che lo aveva contattato.

Facendo uno schema di tutti gli intrecci e i fili che connettono i vari personaggi si capisce quanto il tutto non sia per niente possibile ma solo ridicolo, neanche le telenovelas degli anni '80 osavano tanto.

Altri problemi li ho riscontrato nella struttura della storia. Non viene data quasi nessuna informazione per tre quarti di libro e solo all’inizio si racconta in terza persona e prima alternate, poi va tutto in terza persona. Non c'è più la prima persona neanche quando si parla dell'infermiera, che era stata presentata in prima senza un apparente motivo. Non solo avrebbe potuto essere tutto in terza persona, ma a un certo punto ci sono pagine e pagine di dialoghi come se fosse una sceneggiatura. Inoltre ci sono articoli di giornale, anche questi per niente realistici. In sostanza, è un modo di strutturare la trama caotico.

In conclusione, è un libro insensato e pieno di cazzate, una storia che non sta in piedi e che puntava solo a far esclamare "wow" a lettori inesperti e di poche pretese.

View all my reviews

Nessun commento:

Posta un commento