Review: La ragazza di fuoco

La ragazza di fuoco La ragazza di fuoco by Suzanne Collins
My rating: 2 of 5 stars

hermio

Più che un secondo libro, è la prosecuzione del primo: non c'è soluzione di continuità.

Si ricomincia a ripetere tutto sulla caccia, ma ne avevamo già parlato abbondantemente nel primo libro, non ne abbiamo bisogno e non ne abbiamo mai avuto. Potevo capire che ce lo dovesse dire nel primo libro come riempitivo, ma nel secondo di nuovo a dire "ho messo questa trappola, ho preso questo animale"... A un certo punto basta, vuol dire che non si sa più che altro scrivere. Poi di nuovo tutta la storia delle tessere, il povero Gale, la sua povera famiglia... Le pagine sono spesso piene di inutili ripetizioni di tutto quello che già si era detto nel primo libro e, dato che tutti leggono il secondo libro dopo aver letto il primo, a che serve ripetere?

La cosa più snervante di questa saga è il modo in cui è stata sviluppata. Mi trovo spesso a chiedermi come Stephen King avrebbe sviluppato questo tema che ha e mantiene sempre sin dall'inizio una certa idea interessante, ma che purtroppo la scrittrice ha esposto in modo infantile, banale e per niente cruento quanto il tema avrebbe richiesto. Non so se è per una sua incapacità nello scrivere in modo più adulto o se è stato proprio l'editore a chiederle di fare qualcosa di così semplice perché così il target dei lettori è molto ampio e quindi potrebbe essere una scelta di marketing, ma per chi ama la lettura e legge vari tipi di libri risulta sempre più noioso. Le scene, anche quelle più cruente, perdono il loro significato, resta tutto narrato in modo da favola della buona notte, che non è soddisfacente per chi leggendo cerca anche delle emozioni, non dico vere, ma credibili.

Proprio come era successo nell'altro libro, anche in questo c'è un continuo parlare di cibi, troppo. Ho capito che stiamo parlando dei giochi della fame, però a lungo andare sempre questa descrizione di tutto quello che c'è in tavola stufa.

Nelle prime cento pagine non succede niente e, dato che questo è il secondo libro e già tutte le premesse erano state fatte nell'altro libro, mi aspettavo che ci fosse un po' più di azione e che la trama fosse più ricca sin dall'inizio, dato che più che un secondo libro è proprio la prosecuzione della storia. Ma se già nel primo si era arrivati a un apice all'inizio con l'idea e poi dopo c'è stata solo un protrarsi di scene che tutti si aspettavano, ora si continua a sentire la mancanza di qualcosa di solido. È noioso, non c'è altro modo per dirlo, questa lettura a tratti diventa soporifera. Inoltre, permane sempre l'idea che l'assurdo è troppo per essere accettabile anche in un fantasy: tutte queste macchinazioni di Capitol City sono esagerate, c'è stato uno strafare.

Insopportabile la scena in cui Gale dice "ti amo" e Katniss risponde "lo so", proprio come Han e Leia. (Non lo dovevi fare).

Patetiche le madri sia di Katniss che di Gale. Sembrano delle lagnose donne da telenovelas: piangono, sono deboli, lavorano per la famiglia, non hanno personalità, servono solo da contorno, sono odiose e insopportabili e soprattutto hanno un sacco di figli. Dall'inizio mi chiedo: ma se i figli di questa gente povera vengono mandati a fare questi giochi, perché non smettono di farli? Sarebbe questa la più grande rivolta.

Katniss continua a fare l'eroina e il suo amore per Gale risulta sin dal principio artefatto e forzato, per niente costruito in modo accettabile. Sarebbe più interessante un risvolto in cui lei si innamora veramente di Peeta. Ma non si capisce se la scrittrice riesca ad essere tanto ardita. Per ora i sentimenti sono tutti fasulli, adatti ad un pubblico dell'asilo.

Me l'aspettavo (e temevo) che andasse così: si ritorna all'arena. Di nuovo tutto quanto da capo? Il libro sembra non sapere dove andare a parare finché non si giunge di nuovo alla mietitura fatta tra i vincitori delle edizioni precedenti. Prima si parla di rivolta, poi si parla di fuga, poi si parla del misterioso distretto 13. C'è un andirivieni continuo: i personaggi parlano, vanno di qua e di là, fanno progetti che non riescono a mettere in atto e poi si ritrovano nell'arena, quindi nulla di fatto. Neanche in 200 pagine è successo qualcosa oltre alle chiacchiere e al girotondo di questi personaggi che sembrano sempre più patetici.

Con una riga l'autrice va a rinnegare quella cazzata dei finti lupi mannari zombie sul finale del primo libro. Forse si è resa conto di quanto era stata patetica.

Il libro si risolleva alla fine quando c'è un cambiamento vero, una svolta nella trama: una ribellione sembra essere in atto. Tuttavia resta comunque lo sconforto per tutte queste pagine inutili, un libro piatto, monotono.

Di nuovo ecco delle idee originali ma sviluppate in modo infantile, il finale non era male, ma non c'è stata ancora la capacità di rendere questa storia accattivante. Non so come si concluderà, leggerò il terzo, ma come non mi aspettavo niente di buono dal secondo (e di fatto non c'è stato), credo che anche il terzo non riuscirà a rendere accettabile questa saga. Spesso si dice che i film siano peggiori dei libri da cui sono tratti. Non è questo il caso: dopo aver letto il primo libro ho guardato il film e l'ho trovato migliore anche se pure quello è troppo infantile e pieno di cazzate. Nonostante tutto, il primo film è riuscito a smussare certi spigoli, a rendere la storia un po' più fluida, meno ripetitiva e più accettabile. A questo punto credo che per quanto riguarda questa saga sia meglio guardare i film che leggere i libri.

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