Review: Quel che resta del giorno


Quel che resta del giorno by Kazuo Ishiguro
My rating: 3 of 5 stars

Imprevedibile

hermio

Questo scrittore è particolare. Ho visto il film tratto dal suo libro "Non lasciarmi" e la storia mi ha affascinato. Non ho ancora letto il libro, ma è il prossimo che ascolterò. Questo libro invece, "Quel che resta del giorno", mi ha colto di sorpresa perché, rispetto a "Non lasciarmi", è diverso da qualsiasi cosa mi potessi aspettare dopo aver conosciuto quell'altra sua storia. Ma ora concentriamoci solo su "Quel che resta del giorno".

Ho preferito, avendolo trovato, ascoltarlo invece di leggerlo e devo dire che è stata un'ottima scelta perché il narratore, Gianluca Ferrato, grandioso nella sua performance, ha dato un'intonazione perfetta a Stevens, il maggiordomo protagonista della vicenda. È interessante come Stevens ci racconti la sua vita lavorativa nei minimi dettagli, rendendola così coinvolgente che viene quasi voglia di diventare un maggiordomo. Forse leggerlo invece di ascoltarlo potrebbe risultare noioso perché è un continuo raccontare; il libro è fatto di flashback durante un viaggio in cui Stevens che va a trovare la governante che un tempo lavorava con lui.

È stato molto interessante scoprire come sono strutturati i domestici in una casa: la governante gestisce tutte le donne mentre il maggiordomo si occupa degli uomini, per la gestione completa della casa di un signore, e stiamo parlando comunque di gente con potere e soldi.

Il libro è ambientato nel passato: si parte dal 1956 e Stevens rievoca quello che visse servendo un grande padrone di cui ha avuto molta stima negli anni '20 e '30, quindi stiamo parlando di circa 100 anni fa. Durante il viaggio che intraprende ci sono continui flashback ma anche momenti nel presente, e il libro è ottimo per essere narrato ed è proprio per questo che credo che sia invece un po' estenuante da leggere.

Quello che mi è piaciuto molto della costruzione dei personaggi è che rimangono tutti fedeli a loro stessi, soprattutto Stevens. Non ci sono smancerie fuori luogo: Stevens è stato istruito dal padre, maggiordomo come lui, a mettere tutto se stesso nella vita del maggiordomo e quindi nel lavoro, e quindi lui fa proprio questo e si sente realizzato nel farlo e non ha rimpianti come invece ce li avrà la domestica, la governante, quella che lui andrà a trovare nel presente. I due interagiscono tra loro nel presente e nel passato e riusciamo a capire i sentimenti di lei ma anche quelli di lui, e non ci sono baci tanto per fare scena. È questo che mi è piaciuto molto e che ho apprezzato: che il maggiordomo alla fine non dice "Al diavolo tutto, ho sbagliato, ci dovevamo sposare io e te". No, non c'è quella commercialità che si potrebbe trovare in una storia da quattro soldi, ma permane sempre la credibilità.

Non è un libro molto entusiasmante, però mi ha stupito in modo positivo e ho apprezzato molto questa lettura che è sicuramente ancora godibile per un secondo ascolto e altri di più . Non mi resta ora che passare all'ascolto di "Non lasciarmi" per confrontarlo con il film che già ho visto. Dati i contenuti utopici quasi distopici di "Non lasciarmi", non ho resistito a guardare il film prima di leggere il libro (cosa che non faccio mai), ma questa volta con "Quel che resta del giorno" potrò tenere fede al mio metodo e passare anche alla visione del film.

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