Zio Paperone 74 - Molto bene!



Una raccolta da non lasciarsi scappare, per chi ama le storie ben fatte, soprattutto del passato. È una di quelle raccolte mensili che non deludono mai (insieme a Paperino, Paperinik, i Grandi Classici e Big). Unica pecca la storia inedita, di cui non abbiamo bisogno. Ci sono anche un paio di storie più recenti ma ben selezionate, rendendo la lettura piacevole dall'inizio alla fine.


1

Zio Paperone e l'impresa edilizia (inedita in Italia ma del 2012 in Islanda)


Niente da fare, ci risiamo: la storia inedita potrebbe anche essere carina, ma è impostata in un modo illeggibile. Otto piccolissime vignette in un'unica pagina, ognuna con tante scritte sempre più piccole. Peccato, perché la storia prometteva bene, ma con questo modo di presentarla diventa difficile e dunque noiosa. Fate le storie come sempre avete fatto, spaziose, senza pensare sempre al marketing che per stare in poche pagine rovinate tutto! Allora fatele più corte.


Fa piacere però vedere la segretaria di Paperone come l'aveva immaginata Barks, ovvero più anziana e con i capelli grigi.


2

Zio Paperone e l'isola che non c'era (2004)


Questa storia è favolosa, però l’amaro finale purtroppo me l'ha rovinata. Si tratta delle perle. Paperone parte alla ricerca di un tesoro e tutta questa avventura è molto divertente, imprevedibile e originale. Però alla fine, quando scopre che ci sono delle ostriche da cui può prendere delle perle, non mi è piaciuta: prendere una perla da un'ostrica significa il più delle volte ucciderla. Alcune ostriche sopravvivono, ma non è detto che vengano conservate. Certo, non l'hanno fatto con un intento sanguinario, però c'è questo risvolto che non mi è piaciuto per niente. Peccato, perché era davvero carina e anche divertente. Non pretendo che tutti siano vegetariani, questo no, anche se sarebbe bello, ma dato che le perle, come la seta e le pellicce, sono inutili, pretendo che si impari a dire le cose come stanno, soprattutto nei fumetti e nelle storie, senza fingere che non ci sia sofferenza dove molti non si aspettano che invece ci sia.


3

Zio Paperone e l'inversione cromatica (1989)


Sembra che in questo numero ci siano piccole cose che mi disturbano, ma sempre per lo stesso motivo. La storia è perfetta, divertente e spensierata, fantasiosa, assurda e per questo ineccepibile, ma a un certo punto si parla di tarme e antitarme. Per quanto so che le tarme sono dannose, la parola "disinfestazione" significa solo morte di un animale, e per questo non vorrei che figurasse tra queste belle storie che vengono così tinte di amaro.


4

Zio Paperone e l'inutile statuetta (1988)


Strepitosa! Quelle storielle con una trama imprevedibile che segue il percorso di un oggetto che torna da dove è partito in un viaggio incredibile e divertentissimo! Ho adorato questa storia, la migliore del numero!


5

Il potere della teca (2023)


Incredibile, non avrei mai detto che questa storia fosse del 2023. Ha un sapore molto vintage, l'ho trovata perfetta: spiritosa, semplice e dunque affascinante. L'unica cosa che l'ha resa attuale erano i riferimenti geografici all'Italia: Murano di Venezia e ovviamente Napoli, dove hanno segregato la strega. Però è stata inaspettata per essere così nuova!


6

Zio Paperone e i califfi di mare (1997)


Questa è strana forte: cammelli che navigano in mare con le loro code a elica e si comportano allo stesso modo anche nella sabbia. Al limite tra buffo e insopportabile, ma più tendente al buffo e quindi al divertente, perché queste assurdità solo su Topolino ci piacciono.


7

Zio Paperone e la regina del Mare (2021)


Già letta all'epoca su Topolino 3434. Avevo scritto che mi era piaciuta nonostante fosse un po' moralista (essere altruisti, salvare gli altri...), però va bene, molto piacevole, scorrevole e abbastanza originale. Niente di artefatto, del tutto gradevole. Qui, Quo e Qua sono come devono essere e non come di tanto in tanto ora figurano su Topolino, che cerca di renderli moderni e assurdi. Anche tra le storie più nuove c'è qualcosa di interessante, ma sarebbe meglio se nelle raccolte si andasse a pescare nel passato più remoto.

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