Review: Il buio oltre la siepe

Il buio oltre la siepe Il buio oltre la siepe by Harper Lee
My rating: 2 of 5 stars

Pensavo meglio


Ho sempre sentito parlare di questo libro. All'inizio non sapevo di cosa trattasse, poi, dopo aver visto il film "Truman Capote - A sangue freddo" (Capote, 2005) in cui appariva la scrittrice e il tema del libro, ho capito l'argomento. Leggendolo, ho capito che mi ero fatta un'idea completamente sbagliata e, ad essere onesti, avrei preferito che fosse come pensavo: un caso in tribunale con tutte le tragedie che ne sono conseguite. Invece, mi sono trovata di fronte ad un punto di vista detestabile, quello di una bambina di nove anni. Ho fatto fatica ad accettare quel modo di parlare infantile e saputello. Non si sopporta. Posso capire la scelta di una visione "pura", ma effettivamente la scrittrice non ha nove anni e quindi è tutto artefatto e moralista. Ma certo, il problema viene messo in chiaro, l'estremo razzismo dell'epoca che tutti conosciamo, solo che il caso è troppo decentrato. Il punto di vista della figlia dell'avvocato è troppo lontano dai fatti, troppo ignara della realtà effettiva anche se traspare, ma così è tutto sbiadito, sappiamo tutto di come giocano lei, il fratello e un amico ma emerge troppo poco dell’episodio razzista di cui ci vuole parlare. Tutto si capisce, ma niente è enfatizzato.

E se il punto di vista fosse stato quello dell'avvocato? Più potente, incisivo e realistico. Quei bambini erano detestabili, non li sopportavo più.

L'unica cosa interessante di questo libro è la visuale dell'epoca fornita con la descrizione delle vicende. Eppure è interessante, ma non troppo, detesto per esempio leggere di cani rabbiosi fucilati. Ok, succedeva, ma è un fuori tema totale. Il fatto è che il libro va sempre fuori tema e quindi il caso portato in tribunale resta vago.

Macabro il titolo in originale, "To Kill a Mockingbird", spiegato a pagina 307: "Paragonava la morte di Tom alla strage insensata di uccelli canori da parte dei cacciatori e dei bambini". Ok, ha senso, ma non mi piace, se avessi preso il libro in inglese non lo avrei mai letto con un titolo del genere.

In italiano invece il titolo fa riferimento a tutta la questione di Boo, il tipo recluso in casa, forse la parte più bella e intrigante del resto della trama che è ormai scontata. Purtroppo Boo con la sua vicenda si disperde in tutto quel parlare a vanvera di questa tipa di nove anni che si dilunga su vicende barbose e con un tono sostenuto da so tutto io. Da farsi rizzare i capelli. Peccato, avrebbe potuto essere meglio, ma forse sono io che non ci capisco niente, piace a tutti ma non a me, pazienza.

Comunque, è sempre meglio parlare di razzismo così in modo più o meno aperto che con tutte quelle mosse falsamente ideologiche che oggi prendono il nome di inclusività. Almeno questa scrittrice ha affrontato il problema in modo diretto invece di fingere di farlo appoggiandosi al marketing come fanno oggi i produttori di serie e film.


Citazioni:

Risposi che ero molto contenta, anche se era una bugia, ma in certe circostanze uno è costretto a dire le bugie, e sempre deve dirle quando non può farci niente.
167


A Maycomb, se uno andava a fare quattro passi senza uno scopo preciso, veniva subito giudicato una persona incapace di avere le idee chiare.
192


Paragonava la morte di Tom alla strage insensata di uccelli canori da parte dei cacciatori e dei bambini,
307

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