Review: Natale a Parigi

Natale a Parigi Natale a Parigi by Irène Némirovsky
My rating: 2 of 5 stars

Una scrittura stanca 


Questo breve libro contiene due racconti, troppo corti. La scrittrice ha un universo interno ed è piena di idee ma quando inizia a scrivere, sembra voler condividere tutto in fretta. Non riesce a dedicare il tempo giusto a ogni storia. Questi racconti sembrano sommari di storie più ampie, delineano personaggi stereotipati ma allo stesso tempo reali e credibili, nonostante siano passati quasi 100 anni. Si percepiscono le passioni dell'autrice, ma non completamente. Questi due racconti sono idee non pienamente sviluppate. Sono geniali, ma manca qualcosa: la costruzione della storia che avrebbe fatto giustizia al suo talento e alla sua sensibilità.

Natale a Parigi

Non avevo mai letto nulla di questa autrice e sono rimasta sorpresa dal suo modo di presentare le situazioni. Questo racconto presenta una Parigi dalla vigilia di Natale alla sera di Natale. È una Parigi piena di attività festose, dove tutti sono presi alla sprovvista dal Natale. Ognuno ha le proprie attività, interessi e persone care che non sono mai come sembrano.

Inizialmente, il racconto mi sembrava piuttosto secco. L'autrice non sembrava dare molto, ma poi ho realizzato che era la sua critica alla società. Esaminando una famiglia, mostra come le persone possano essere ipocrite, false, egoiste e inconsapevoli di ciò che sta accadendo anche ai loro familiari sotto lo stesso tetto.

I genitori hanno entrambi un amante, il padre è addirittura detestato dalla sua. Le figlie più grandi sono lasciate a se stesse, al punto che una di loro aspetta un figlio da un ragazzo che se ne va non appena lo scopre. L'altra le chiede di non fare troppo scalpore dato che sta per ricevere una proposta di matrimonio. I figli più piccoli, lasciati ai domestici indifferenti e infastiditi, vivono ai margini della famiglia come se fossero decorazioni natalizie.

Tra questi due, il figlio pensa solo ai giocattoli, mentre la figlia, la più piccola, sembra essere l'unica a rendersi conto che qualcosa non va. Sente la tristezza di un Natale sbagliato; le insegnano a pregare, a fare l'albero di Natale, a festeggiare, ma manca il vero sentimento, nessuno si preoccupa dell'altro.

Quindi, con questo racconto, l'autrice ci mostra il suo disgusto per come vanno le cose, perché la famiglia descritta è solo un esempio, non un'anomalia, ma quello che succede quasi sempre.

Inoltre, è peculiare il modo in cui si svolge il racconto; è descritto come un film, con titoli, dissolvenze, movimenti della camera e noi, all'inizio un po' scettici, restiamo sempre più esterrefatti e affascinati, ma anche sconcertati dalla realtà che l'autrice ci presenta. Un racconto efficace, in cui non c'è nulla di speciale, ma molto su cui riflettere.

Il carnevale di Nizza

L'autrice ci presenta, in formato film, una storia con un lungo arco temporale, ma raccontata con poche parole. A mio avviso, risulta troppo sintetica. Capisco che sia un racconto, ma la rapidità con cui è stato scritto lo rende scarso e poco interessante.

L'idea di base è ben studiata ma non è stata approfondita. Non sembra la descrizione di un film, ma piuttosto di un trailer. Le scene sono poche e pure se rivelano la trama, non riusciamo a provare vera empatia per i personaggi, che appaiono sfuggenti e superficiali.

La storia ruota attorno a una coppia in cui lui è contento mentre lei si sente morire. Lei trova una via di fuga, ma non si fida e decide di non prenderla, rimanendo con i rimpianti anni dopo.

È una storia verosimile e interessante, ben progettata ma purtroppo non sviluppata. Risulta impersonale, troppo veloce e non approfondita quanto dovrebbe. Non doveva necessariamente essere un romanzo di 300 pagine, ma forse con un po' più di contenuto avrebbe avuto maggiore impatto. Si percepisce una scrittura affrettata e stanca.

Pare che voglia dire tanto, ma alla fine dice molto poco, quasi niente.


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